La Sicilia mi appariva davvero l’altrove. I ricci di mare, i fichi d’India, i pistacchi; isole che eruttano lava, un dialetto letterario e incomprensibile, un vulcano con la neve a picco su un mare caldo, i silenzi espressivi, l’arte della gestualità, la mafia incombente e nascosta: mi sentivo straniero in mezzo a un popolo di arabi biondi. Ne parlavo con gli amici palermitani, e ricevevo sguardi lusingati. Una sera mi scappò detto a un tavolo di amici catanesi, Franco Battiato, Pietrangelo Buttafuoco, Enzo Bianco, perplessi ma chiusi in un cortese silenzio, e un professore universitario che invece cominciò a protestare e inveire come un matto, più indignato che offeso. Realizzai così che Palermo e la Sicilia araba amano sentirsi “terra incognita”, mentre Catania, al centro della Sicilia greca, si considera la capitale più meridionale d’Europa.  

Aldo Cazzullo, L’Italia de noantri

Embed from Getty Images