Haider, dicevano, è il suo guardaroba. Uno che, a seconda dell’interlocutore che ha davanti, passa dai jeans al gessato, dalla tuta da ginnastica ai Lederhosen – le braghe di cuoio del mondo alpino di lingua tedesca. Pare che si cambi cinque, sei anche dieci volte al giorno. Stringe mani, si fa fotografare, ricorda le facce di tutti, sa dire a ciascuno esattamente ciò che vuol sentirsi dire. È un Fregoli della politica. Haider spiegato agli italiani è un Berlusconi con le casalinghe, un Bossi con i valligiani scarpegrosse, un Fini con i conservatori, un Casini con i cattolici, un’Emma Bonino con i liberal, persino un Bertinotti con i disoccupati.

Paolo Rumiz, La leggenda dei monti naviganti