La poesia cerca sovente di rinverginarsi, ricorrendo al simbolismo, alle memorie dell’infanzia e anche ai miti. Confessa di sentire in queste forme spirituali un’alta tensione immaginativa che le fa gola, e s’illude che per derivare questa tensione nel suo campo basti un atto della volontà. Ricalca le forme del mito e del simbolo, sperando che in esse torni a battere magicamente il cuore. Ma dimentica che essa sa d’inventare, e che il mito vive invece di fede.
Cesare Pavese, Feria d’agosto
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