La bellezza della narrativa è sempre conturbante, suppongo. Non può offrire la trascendenza, la pace che oltrepassa la comprensione, come riescono a fare la poesia e la musica: né può offrire la pura tragedia. E’ troppo confusa. La confusione è la sua essenza. Tuttavia il romanzo, la narrativa incentrata sugli individui, nella sua caparbia asserzione della personalità e della moralità umana, sembra veramente ancora oggi affermare l’esistenza della speranza. Nonostante i migliori sforzi di scrittori di anti-romanzi pieni di talento, esso continua ad evitare la linda e luccicante sterilità della disperazione. E’ torbido, elastico, inventivo, cedevole.

Ursula K. Le Guin, La fantascienza e la signora Brown

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